il teatro non serve a niente? siamo sicuri?
IL TEATRO NON SERVE A NIENTE
Intuisco che viviamo in un mondo votato all’utile.
Ogni cosa che facciamo deve “servire” a qualcosa, deve essere ideata, progettata, realizzata per
dare il suo contributo al grado di sviluppo dell’umanità, deve in ultima analisi essere di una
qualche utilità, leggi essere profittevole. “Se mi conviene lo faccio, altrimenti lascio stare” oppure
“il gioco non vale la candela”: quante volte abbiamo udito queste frasi, ignorando il fatto che –
diamine!-, qualcosa riuscirà pure a sfuggire alle maglie tanto strette di questa imperante
ideologia!? Quando penso al teatro, a un quadro che non capisco, al fare l’amore, alla mia canzone
preferita, a quei deficienti dei miei amici, a una bella giornata di primavera, ai cani che fanno le
feste ai loro padroni, alle foto dei miei nonni, penso che no, “non servono” assolutamente a
niente. E grazie al cielo che sia così!
Le cose che ci fanno stare bene, che ci fanno sentire vivi, solitamente sono “a perdere”, “inutili”,
non ti portano un qualche soldo in tasca in più… Nella loro dispensabilità risiede la forza che
muove il mondo, che rende umane le relazioni, che permette di uscire da logiche riduzioniste e
senz’anima.
Il teatro, con la sua potenza meta-reale lo pongo nella categoria delle cose non indispensabili per
l’esistenza, e proprio per questo, in quanto arte disinteressata, si trasforma in armoniche forme di
libertà cristallina. Il teatro non è indispensabile, semmai diventa esso stesso dipendente dalle
storie, dalle vicende, dalle paure e dalle gioie degli uomini.
È la vita stessa che è teatro, e ora è tempo di andare in scena.
TESTO DI GIANLUCA CANDIANI

foto Ennio Brilli – Gahna – Con M.Stamatti.